Diciotto anni fa, l’Italia istituì il 27 gennaio una giornata in memoria delle vittime della Shoah e delle persecuzioni nazi-fasciste, così come di coloro che vi si opposero a rischio o al prezzo della propria vita. Cinque anni dopo, tale giornata assunse carattere internazionale e mondiale, con la proclamazione plenaria dell’ONU.
Un tema difficile quello del Giorno della Memoria, che ancora oggi non smette di creare polemiche o quell’ “eccesso di informazioni” che portano con sé il rischio di banalizzare il tema, svoltarlo di un significato importante per la formazione del nostro presente.
A questo rischio non si può far altro che rispondere con l’impegno e il rigoroso lavoro umano e scientifico che accompagna tutte le iniziative a Piombino promosse da Arci, in collaborazione con le associazioni, Arciserviziocivilepiombino, le scuole, l’amministrazione comunale e l’Archivio Storico della città.
 
Si comincia sabato 27 gennaio, Giornata Internazionale della Memoria, con le lezioni nelle classi delle scuole

 medie di Piombino a cura della dottoressa Francesca Lampredi, proseguendo nel pomeriggio con la conferenza “La Fabbrica del Nazismo” presso la  sede di Unitre Piombino, a cura del professor Roberto Ferri e il dottor Mattia Rossi, dalle 15 e 30 alle 18 circa.

All’evento Pablo Gorini interverrà per ricordare Mauro Ferri, il cui ricordo accompagna ancora il nostro lavoro e impegno.

Sempre nel pomeriggio, il Circolo Arci Cotone terrà un’iniziativa per la giornata, dalle 15:30 in poi.

Infine dalle 16 alle 18, l’Archivio Storico cittadino, con un’apertura straordinaria, darà la possibilità ai cittadini di visitare i suoi spazi, con un approfondimento particolare dell’importante figura di Andrea Gaggero.
Incontri e lezioni con i ragazzi delle scuole proseguiranno per tutta la settimana successiva, concludendosi, la mattina del 5 febbraio, con lo spettacolo teatrale “Re Alfiere, Cavallo”, scritto e diretto da Christian Martinelli e portato in scena dalla compagnia teatrale “Pietrarossa”, riservato alle scuole superiori.
 
Numerosi eventi che, utilizzando diverse forme di linguaggio (ricerca storica, teatro, cinema), affrontano il tema a tutto tondo, andando a scavare nelle vittime, nei carnefici, nella gente comune, negli esempi virtuosi e in quelli vergognosi, nei processi storici e nel senso comune. Perché la memoria non è un ricordo passivo, non è una storia sempre uguale, “non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. La memoria è un presente che non finisce mai di passare”.

 


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